Adrian Marku

Le prime truppe russe che avevano lasciato il Nord dell’Ucraina e in particolare la regione di Kiev sono ora arrivate nella regione settentrionale del Donbass, nell’Est del Paese, in preparazione della grande offensiva. Kiev ha respinto le dichiarazioni di Mosca secondo cui le forze ucraine avrebbero effettuato attacchi lungo il confine tra i due Paesi – nelle regioni di Bryansk e Belgorod – e che, secondo la Russia, hanno fatto almeno sette feriti.

I russi hanno perso la nave ammiraglia della flotta del Mar Nero, al largo di Odessa: è stata “seriamente danneggiata” da un’esplosione, riferiscono i media statali, un incidente causato dalla deflagrazione di munizioni a bordo. Ma Kiev celebra la vittoria militare: sostiene che sia stata un’azione militare delle sue truppe a mettere fuori uso l’incrociatore.

“I missili Nettuno che proteggono il Mar Nero hanno causato gravi danni alla nave russa”, ha scritto su Telegram il governatore di Odessa Maksym Marchenko. Odessa è il più grande porto marittimo dell’Ucraina, uno dei più importanti del bacino del Mar Nero, la via di uscita di quasi tutte le sue esportazioni.

Neanche il Pentagono è in grado, per ora, di spiegare cosa sia successo ma John Kirby, il portavoce, ha assicurato che è a galla e che sta navigando, sospinta dai suoi stessi motori, verso Est. L’equipaggio della Moskva è stato evacuato e non ci sono feriti.

La nave ora -lo ha confermato il ministero della Difesa a Mosca- andrà in un porto, probabilmente per la valutazione dei danni. Secondo i media ucraini, a Sebastopoli è arrivata una delegazione governativa russa su un aereo della Marina, una missione forse collegata al prossimo arrivo nel molo dell’incrociatore danneggiato. La Moskva aveva guadagnato notorietà all’inizio della guerra quando aveva invitato le truppe ucraine sull’Isola dei Serpenti ad arrendersi e quelli avevano sfidato i russi, mandando tutti “al diavolo”.

Quello che è successo con la Moskva arriva in un momento di massima tensione nell’Ucraina orientale, dove Mosca ha deciso di concentrare le truppe dopo il ritiro da Kiev. La Russia insiste di aver conquistato Mariupol, il più importante porto ucraino sul Mar d’Azov. Ma intanto la guerra non si ferma. Secondo il governatore della regione di Bryansk, le forze ucraine hanno effettuato almeno 6 attacchi aerei con elicotteri sul villaggio di Klimovo nella regione russa di Bryansk, ferendo sette persone, tra cui un bambino; in precedenza aveva detto che erano stati colpiti due edifici del villaggio, che si trova a nord della regione ucraina di Chernihiv.

Mosca ha ordinato l’evacuazione anche di due villaggi al confine meridionale con l’Ucraina, anche quelli nel mirino dei bombardamenti delle forze di Kiev. C’è stato invece uno scambio di prigionieri e, secondo Kiev, 30 persone (tra i quali sei civili, uno dei quali una donna) sono tornati in patria. Non è chiaro quanti prigionieri siano tornati in Russia. E se gli sforzi militari russi continuano a essere concentrati a Sud Est, torna la tensione nella capitale, dopo il periodo di relativa calma successivo al ritiro delle forze russe dalle aree circostanti.

Il portavoce della difesa russa, Igor Konashenkov, ha avvertito che, se continueranno gli attacchi ucraini su obiettivi militari in territorio russo, “le forze armate russe saranno costrette a colpire i centri decisionali, anche a Kiev, una cosa dalla quale l’esercito russo si è finora astenuto”. La seconda città ucraina, Kharkiv, non ha invece mai smesso di essere bersaglio di bombardamenti, l’ultimo dei quali, secondo le autorità locali, ha causato tre morti.

L’accanimento su Kharkiv sembra avere tra gli obiettivi la copertura del ridispiegamento delle forze russe a Izyum, più a Sud. In questa città, sotto il controllo russo, si stanno raccogliendo molte unità che poi saranno destinate all’offensiva finale nel Donbass, il cui completo controllo è l’obiettivo dichiarato del Cremlino. Una colonna militare russa diretta a Izyum, secondo l’esercito ucraino, è stata distrutta facendo saltare le cariche piazzate sul ponte che stava attraversando, per poi eliminare i superstiti con un drone. 

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