Si celebra per ricordare il referendum con cui nel 1946 gli italiani votarono per sceglierla come nuova forma di governo. La Festa della Repubblica italiana si festeggia oggi per ricordare il referendum del 2 giugno del 1946 con cui più di 28 milioni di italiani furono chiamati a scegliere la nuova forma di governo del paese dopo la fine del fascismo. In quell’occasione gli italiani scelsero la Repubblica, con 12.718.641 voti contro i 10.718.502 della Monarchia. Al contempo, si votò anche per eleggere i membri dell’Assemblea costituente: la Democrazia Cristiana ottenne la maggioranza relativa con 207 deputati sui 556 totali, mentre al secondo posto arrivarono i socialisti e al terzo i comunisti.Nel 1946, 75 anni fa, l’Italia era appena uscita dalla Seconda guerra mondiale: il voto si svolse tra le macerie dei bombardamenti alleati e quelle delle demolizioni dei nazisti in ritirata, con centinaia di migliaia di italiani ancora sparsi per i campi di prigionia in tutto il mondo, intere province sotto governo militare straniero e un clima che sembrava vicino a quello di una guerra civile.I risultati ufficiali del referendum furono annunciati il 18 giugno successivo, e fu proprio in quel giorno che la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana. Gli italiani che avevano votato a favore della Repubblica erano circa 2 milioni in più di quelli che avevano votato alla Monarchia; 1.498.136 avevano votato scheda bianca o nulla e più di 3 milioni non parteciparono al voto.Lo spoglio del risultato mostrò chiaramente che l’Italia era divisa in due metà. Nel Nord Italia quasi tutti i centri urbani principali votarono in favore della Repubblica, che ottenne il risultato più ampio a Trento, dove conquistò l’85 per cento dei consensi. In moltissime città del Sud, invece, la maggior parte degli italiani votò per la Monarchia: a Napoli e a Palermo, per esempio, la Monarchia ottenne rispettivamente 900mila e quasi 600mila voti, contro i 250mila e i 380mila raccolti dalla Repubblica. A Roma invece lo scarto in favore della Monarchia fu molto più sottile, circa 30mila schede.

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