Alla vigilia del Consiglio Ue dei ministri dell’energia a Bruxelles e poche ore dopo l’annuncio di Berlino di voler mettere in campo uno scudo da 200 miliardi per calmierare i prezzi delle bollette in Germania, Mario Draghi interviene con forza per chiedere ai partner europei di mostrare “compattezza, solidarietà e determinazione” per affrontare “la minaccia comune dei nostri tempi”. 

“La crisi energetica richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese – dice Draghi – di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza. Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali. Nei prossimi Consigli Europei dobbiamo mostrarci compatti, determinati, solidali – proprio come lo siamo stati nel sostenere l’Ucraina”, aggiunge.

Poche ore dopo le parole del premier, anche Giorgia Meloni, leader di FdI e presidente del Consiglio ‘in pectore’ diffonde una nota per chiedere alla Ue di “dare una risposta immediata” “alla sfida epocale della crisi energetica”. E aggiunge che “nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario”. Il riferimento alla Germania anche qui non è esplicito, ma sembra chiaro.

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