“Gli ucraini sono pronti a resistere anni”: parola del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, intervenuto a Otto e Mezzo su La7. Il capo della diplomazia ucraina ha anche spiegato le difficoltà della controffensiva perché – ha detto – “ci vuole tempo per sminare i campi minati dai russi”.

“Abbiamo fatto un sondaggio fra i nostri cittadini – ha fatto presente Kuleba – e il 58% degli ucraini si dice pronto a resistere per anni affinché il nostro Paese abbia spazio per vincere. Gli ucraini hanno capito che la guerra è una questione esistenziale. Non siamo russi, ci prendiamo cura del nostro popolo. Ecco perché – ha insistito – la controffensiva sta andando più lentamente del previsto: dobbiamo sminare i campi, far entrare la nostra fanteria. Ma dall’inizio dell’operazione non c’e’ stato un giorno in cui non siamo avanzati”.

“Dateci armi, noi faremo il resto del lavoro. Noi non chiediamo a nessun altro Paese di entrare in guerra”, ha spiegato il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba a La7.

“Non abbiamo mai chiesto l’intervento di truppe estere sul nostro territorio, diversamente da altri Paesi che hanno chiesto il dispiegamento sul loro territorio di soldati NATO per risolvere problemi interni. La nostra necessità è semplice: dateci armi e noi faremo il resto del lavoro senza mettere a rischio le vostre vite. Qualunque sia il costo per aiutare l’Ucraina è incomparabilmente inferiore al prezzo di far morire i vostri figli. Non chiediamo e vogliamo che nessun altro Paese entri in guerra” ha aggiunto Kuleba a Otto e mezzo su La7.

“Senza la Brigata Wagner sarà più facile per l’Ucraina: Putin si è indebolito ma l’aspetto più importante dell’ammutinamento fallito di Prigozhin è che il mito, la leggenda di un Putin forte, che trova sempre il modo per sopprimere il nemico, è finito. Putin ha trovato un accordo con Prigozhin: non l’ha sconfitto”. Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, intervenuto a Otto e Mezzo, su La Sette. “Putin in questo momento si sente vulnerabile e i cittadini russi se ne sono resi conti: la vicenda Prigozhin, non è la fine della guerra, ma è l’inizio di nuova fase del conflitto.