Stanchi e sollevati, i nuovi sbarcati a Lampedusa sorridono ai giornalisti da dietro i vetri. La visita della commissaria Ue agli Affari interni sull’isola, insieme al ministro Piantedosi da un’altra importanza agli sbarchi. L’uomo del Viminale e la donna della squadra di Von der Leyen nella struttura gestita dal primo giugno dalla Cri dove si trovano oltre 500 ospiti, ma fino a due giorni prima sei volte di più.

Piantedosi si dice certo del “supporto concreto dell’Unione europea”. L’esponente spicco della socialdemocrazia svedese conferma: “Questa non è solo una sfida italiana, ma una sfida europea. Non siete soli”.

E ancora: “Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nel Consiglio Giustizia e Affari interni, abbiamo raggiunto una maggioranza solida. È un grande successo che ci siano solo due Paesi schierati contro ciò che era stato proposto, e questo in fondo è normale”.

Il dato essenziale, per la commissaria, è che “la maggioranza abbia approvato questa legislazione che deve essere seguita da tutti. È previsto che ci siano i ricollocamenti, che non sono obbligatori, è vero, ma è obbligatoria la solidarietà: bisogna essere lì quando un Paese è sotto stress. Un grande risultato quello della solidarietà obbligatoria che dà alla Commissione uno strumento nuovo: se qualche Paese non si adopera nel ricollocamento deve pagare quelli che si mettono a disposizione. Si tratta di processi lenti, ma sicuri”.

Per il ministro “stiamo costruendo una gestione più ordinata di questo fenomeno che mette insieme aspetti umanitari e securitari come il traffico di essere umani. Combattere i traffici di esseri umani è il nostro primo obiettivo, è un obiettivo anche dell’Europa”.