Massimiliano Lo Savio

Le ripercussioni economiche sulla guerra continuano a farsi sentire, soprattutto in Europa. Il colosso russo dell’energia, Gazprom, ha sospeso le consegne di gas a Bulgaria e Polonia. I governi dei due Paesi, entrambi membri della Nato, dicendo di essersi preparati e che l’assenza di forniture può essere affrontato senza particolari ripercussioni guardando a nuove fonti per il futuro.

In particolare, Varsavia ha fatto sapere che non intende più acquistare gas da società russe. Lo ha confermato il ministro per le Infrastrutture energetiche, Piotr Naimsky, in una intervista alla radio Rmf, riportata dalla Tass. Alla domanda se la Polonia acquisterà gas dalla Russia nel prossimo futuro, Naimsky ha risposto: “No. Non compreremo gas dalle società russe”. Il ministro ha sottolineato che la Polonia si stava preparando a rinunciare al gas russo da sei anni.

Naimsky ha assicurato che non ci saranno difficoltà a rifornire i consumatori polacchi. “Posso garantire che il gas ci sarà, a meno che non si verifichi una sorta di cataclisma. In condizioni prevedibili, avremo forniture di gas”, ha spiegato

Gazprom ha fatto sapere che continuano le sue forniture di gas naturale all’Europa attraverso l’Ucraina in linea con le richieste dei consumatori europei. Ma ha precisato di aver ricevuto oggi meno richieste rispetto al giorno precedente: sono state infatti pari a 48,7 milioni di metri cubi per la giornata del 27 aprile, in calo rispetto ai 56 milioni di metri cubi del 26 aprile.

“L’annuncio di Gazprom che interromperà unilateralmente la consegna del gas ai clienti in Europa è l’ennesimo tentativo della Russia di utilizzare il gas come strumento di ricatto” e “questo è ingiustificato e inaccettabile. E mostra ancora una volta l’inaffidabilità della Russia come fornitore di gas” ha dichiarato in una nota la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen,

“Gli Stati membri hanno messo in atto piani di emergenza proprio per questo scenario e abbiamo lavorato con loro in coordinamento e solidarietà”, ha aggiunto la presidente per poi annunciare che “in questo momento è in corso una riunione del gruppo di coordinamento sul gas”. “Continueremo inoltre a collaborare con partner internazionali per garantire flussi alternativi” e “con i leader europei e mondiali per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Europa”, ha concluso la presidente. 

Dalla Duma russa è venuta la richiesta a che il Cremlino, come per Bulgaria e Polonia, fermi le forniture di gas a tutti i Paesi considerati “ostili”. Secondo il presidente della Camera bassa del Parlamento russo, Vyacheslav Volodin, “I deputati sostengono la decisione di Gazprom di sospendere le forniture di gas a Bulgaria e Polonia”. Tra i Paesi ostili secondo Mosca figura anche l’Italia.

Secondo il  premier bulgaro, Kiril Petkov, Gazprom sta violando i contratti, avendo cambiato lo schema di pagamenti delle forniture di gas. Petkov ha parlato di “ricatto” e il ministro dell’energia Alezander Nikolov ha poi spiegato che accettando solo i pagamenti in rubli, Gazprom viola apertamente i contratti e ha precisato che la Bulgaria, membro dell’UE e della NATO, osserverà la posizione della Commissione europea che esorta i Paesi a non pagare il gas russo in rubli, come richiesto da Putin.

A questo punto, ha poi sottolineato, il governo di Sofia rivedrà tutti i suoi attuali contratti con Gazprom. “Poiché tutti gli obblighi commerciali e legali vengono rispettati, è chiaro che al momento il gas naturale viene usato più come un’arma politica ed economica nella guerra in corso”, ha detto Nikolov.

Il Paese balcanico soddisfa più del 90% delle sue esigenze di gas con forniture dalla Russia. Nikolov ha precisato che le consegne di gas ai consumatori sono ancora garantite per almeno un mese. La Bulgaria trasporta anche il gas russo attraverso un’estensione del gasdotto Turk Stream alla vicina Serbia e da lì all’Ungheria. “La Bulgaria è un partner leale per tutti i paesi vicini. La Bulgaria non è la Russia. Quando possiamo, aiuteremo tutti i nostri vicini”, ha detto il Ministro. 

Da parte sua Omv, il più grande produttore e raffinatore di petrolio austriaco che ha attività nei Paesi dell’Europa Centrale, ha fatto sapere che si sta attualmente confrontando con il fornitore per elaborare i pagamenti del gas alla Russia in conformità con le sanzioni all’euro”.

G.I

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